TESTO DI MARIA ARCIDIACONO
ottobre 2015
Queste poche righe vogliono essere una sorta di
traccia, una guida breve, discreta, utile ad aprire una porta su un mondo inedito. L’inaspettato ci aspetta, ascolteremo note e una voce che si inseguiranno a vicenda, raccontando solitudini e
sogni, banalità e meditazioni profonde, pervase talvolta da una lieve ironia; all'orizzonte si potranno
intravedere paesaggi che per i due protagonisti, Tamar e Arsen, sono luoghi dell’anima.
Aleppo e Pesaro, Yerevan e Monaco di Baviera: i
sogni e le passioni possono migrare ovunque, ma anche le radici possono volteggiare e nutrirsi in spazi sconosciuti e lontani.
Figli di terre offese e ferite oltre ogni disumanità, i due giovani artisti attingono a molteplici fonti anche distanti dalla propria identità, per ottenere quella purezza di suoni e parole che ci verranno proposte in un’atmosfera raccolta, insolita.
Sarà un’intima confidenza, un racconto che svelerà
un aspetto non scontato di questi delicati esercizi di conoscenza che sono le residenze condivise: l’interesse e il rispetto dell’uno per il lavoro dell’altra e viceversa. Ciò avverrà in un
luogo anch'esso crocevia di linguaggi e culture, la Sicilia, in uno spazio che ha a cuore il dialogo e il
confronto tra mondi e culture differenti tra loro. Spetterà proprio a Tamar Hayduke, siriana di origini armene, giornalista, artista e scrittrice e ad Arsen Babajanyan, giovane e talentuoso
compositore armeno, da anni in Germania, dare avvio alle residenze brevi d’artista del progetto Bridge Art.
In una tenuta dove l'antica cura della vite e il profumo del mare in lontananza narrano ancora oggi le origini della storia d’occidente, i due errabondi artisti cosmopoliti faranno liberamente interloquire tra loro le forme espressive al centro delle rispettive ricerche.
L’unico suggerimento è mettersi comodi, lasciarsi ammaliare dalle parole e dai suoni e anche noi potremo viaggiare.